Installazione climatizzatore sul tetto condominiale.

Il fatto che il regolamento condominiale obblighi il singolo condomino a installare l’impianto di climatizzazione sul proprio balcone non ne impedisce l’installazione sulle parti comuni dell’edificio, come, ad esempio, il lastrico solare. Ciò è quanto ha stabilito la Corte d’Appello di Roma con la sentenza n. 4099/2023.

L’UTILIZZO DELLE PARTI COMUNI 

Ciascun partecipante può servirsi della cosa comune, purché non ne alteri la destinazione e non impedisca agli altri partecipanti di farne parimenti uso secondo il loro diritto; a tal fine può apportare a proprie spese le modificazioni necessarie per il miglior godimento della cosa. Dunque, il singolo partecipante può servirsi della stessa, sempre con i due limiti oggettivi e soggettivi di cui sopra, anche modificando la cosa comune, per il miglior godimento della stessa, fino a sostituirla con altra che offra maggiore funzionalità.
Pertanto, le modificazioni di un bene condominiale per iniziativa del singolo condomino (art. 1102 del Codice civile) sono lecite nelle sole ipotesi in cui esse, oltre a non comprometterne la stabilità, la sicurezza ed il decoro architettonico, ed a non alterare la destinazione del bene, non siano lesive dei diritti degli altri condomini relativi al godimento sia delle parti comuni interessate alla modificazione, sia delle parti di loro proprietà.
Si evidenzia che la valutazione della violazione del pari uso deve essere nel concreto ravvisabile nel senso che l’uso privato toglierebbe reali possibilità di uso della cosa comune agli altri potenziali condomini-utenti. Di talché, spetta a chi si oppone all’utilizzo del bene comune dimostrare il minore uso da parte degli altri o di chi vi ha interesse (Trib. Cosenza 22/08/2020).
In definitiva, il singolo partecipante può usare – con i citati limiti – la cosa comune nella sua interezza, indipendentemente dal fatto che sia titolare di una quota maggiore o minore della comproprietà ragguagliata al valore dell’appartamento di sua pertinenza.

L’installazione di climatizzatori in un contesto condominiale è un’operazione che richiede particolare attenzione, sia dal punto di vista tecnico che legale. Se hai deciso di installare un impianto di climatizzazione sul tetto condominiale, è fondamentale seguire una serie di passaggi per garantire il corretto funzionamento dell’impianto, il rispetto delle normative e la convivenza pacifica con gli altri condomini.

  1. Verifica delle Normative Condominiali e Comunali
  1.  

Prima di procedere con l’installazione, è indispensabile consultare il regolamento condominiale. Molti condomini stabiliscono delle restrizioni riguardo all’installazione di impianti esterni, come i climatizzatori, per evitare che l’aspetto estetico dell’edificio venga compromesso o che vengano causati disturbi ai residenti. In genere, l’installazione di un climatizzatore su una parte comune come il tetto richiede l’approvazione dell’assemblea condominiale. Oltre all’autorizzazione condominiale, l’installazione di climatizzatori deve rispettare anche le normative locali. In alcune città, le facciate degli edifici storici o quelle che si trovano in zone tutelate potrebbero essere soggette a restrizioni particolari. È fondamentale informarsi presso il Comune riguardo alle eventuali autorizzazioni edilizie necessarie, soprattutto se l’edificio è di interesse storico o architettonico. http://www.comune.torino.it/regolamenti/381/381.htm#art113

  1. Autorizzazione dell’Assemblea Condominiale L’installazione di un climatizzatore su tetto condominiale comporta l’uso di una parte comune dell’edificio, pertanto è necessario ottenere l’approvazione dell’assemblea. La richiesta di autorizzazione deve essere formulata formalmente e presentata durante una riunione condominiale. In alcuni casi, l’assemblea può richiedere la presentazione di una relazione tecnica che attesti che l’installazione non causerà danni alla struttura del tetto e che rispetterà le normative di sicurezza e di rumore.
  2. Progettazione dell’Installazione Una volta ottenuta l’autorizzazione, è importante affidarsi a un tecnico qualificato per progettare l’installazione. La progettazione dovrà considerare vari fattori: Posizione dell’unità esterna: L’unità esterna del climatizzatore deve essere collocata in un punto del tetto che non interferisca con altre strutture o servizi condominiali (come camini, antenne o impianti solari). Inclinazione del tetto: Se il tetto è inclinato, sarà necessario utilizzare staffe di supporto regolabili per mantenere l’unità esterna in posizione corretta e sicura. Sistemi di drenaggio: L’unità esterna produce condensa che deve essere correttamente drenata. È fondamentale prevedere un sistema che consenta lo scolo dell’acqua senza danneggiare la struttura o causare infiltrazioni nel tetto.
  3. Considerazioni sulla Sicurezza L’installazione di un climatizzatore su tetto condominiale deve rispettare tutte le normative di sicurezza. L’installazione deve essere eseguita da professionisti abilitati soprattutto per lavorare in quota e che utilizzano materiali certificati e tecniche di montaggio sicure. Inoltre, è necessario garantire che l’impianto sia correttamente messo a terra per evitare rischi legati a cortocircuiti o scariche elettriche. Inoltre, il rumore generato dal climatizzatore è un aspetto da non sottovalutare. L’unità esterna, soprattutto se posizionata su una superficie condivisa come il tetto, può generare vibrazioni e rumori fastidiosi. È quindi importante scegliere un impianto a basso impatto acustico e adottare soluzioni per minimizzare le vibrazioni, come supporti antivibranti. Per ottenere l’autorizzazione all’accesso al tetto condominiale , la ditta dovrà fornire inderogabilmente all’amministratore dello stabile la seguente documentazione: VISURA CAMERALEDURC IN CORSO DI VALIDITA’- ABILITAZIONE AI LAVORI IN QUOTA-POZZA ASSICURATIVA-DICHIARAZIONE DI ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ PER EVENTUALI DANNI CHE DOVESSERO DERIVARE DALL’INSTALLAZIONE.
  4. Impatto Estetico e Normative Locali Anche se il tetto condominiale è una parte comune, le normative locali e la pianificazione urbanistica potrebbero imporre restrizioni sul tipo di installazione. Ad esempio, in alcune zone, l’installazione di impianti visibili potrebbe essere vietata per motivi estetici o storici, specialmente in edifici sottoposti a vincoli architettonici. È quindi consigliabile verificare con le autorità competenti o con il proprio amministratore condominiale le disposizioni locali relative agli impianti esterni.http://www.comune.torino.it/regolamenti/381/381.htm#art113
  5. Manutenzione e Durabilità L’installazione di un climatizzatore su tetto condominiale comporta una maggiore esposizione agli agenti atmosferici. È quindi essenziale prevedere una manutenzione periodica dell’impianto, sia per garantire il suo corretto funzionamento che per preservare la durata delle componenti esterne. La manutenzione include il controllo delle filtrazioni dell’aria, la pulizia dei condotti di ventilazione e il controllo del livello di refrigerante. Inoltre, è importante monitorare l’integrità della guaina del tetto attorno all’area di installazione. Se l’installazione richiede la perforazione della guaina impermeabilizzante, sarà necessario ripristinarla accuratamente per evitare infiltrazioni d’acqua che potrebbero danneggiare la struttura del tetto. Affidarsi a professionisti per una manutenzione completa e periodica, che includa la disinfezione dell’intero impianto. https://disinfestazionileonardo.it/sanificazione-impianti-climatizzazione/
  6. Costi e Benefici Installare un climatizzatore su un tetto condominiale comporta un investimento iniziale più elevato rispetto a un’installazione su balcone o finestra, ma offre numerosi vantaggi. Tra questi, una migliore gestione del rumore, una minore invasività estetica e la protezione dell’unità esterna dagli agenti atmosferici più intensi. I costi per l’installazione e la manutenzione saranno comunque compensati dal miglioramento dell’efficienza energetica e dal comfort abitativo.https://www.2g-impianti.it/climatizzazione
  7. Conclusione L’installazione di un climatizzatore su tetto condominiale può rappresentare una soluzione ideale per migliorare il comfort in casa senza compromettere l’estetica dell’edificio. Tuttavia, è fondamentale seguire tutte le normative e ottenere le autorizzazioni necessarie per garantire un’installazione sicura e conforme. Affidarsi a professionisti esperti e seguire le procedure corrette per l’installazione e la manutenzione dell’impianto è essenziale per assicurarsi che l’intervento sia realizzato in modo efficace e duraturo.

Come fare se l’aria calda e il rumore del condizionatore del vicino disturbano

L’impianto rispetta il regolamento comunale, il regolamento condominiale, le distanze, il decoro?  Le acque sono incanalate senza creare sgocciolamenti dannosi? Va bene, ma non basta. Il condizionatore non deve disturbare i vicini con emissioni di calore o con rumori eccessivi. I vicini non devono essere obbligati a chiudere le finestre per non sentire il rumore (che di notte è più percepibile) o per evitare l’entrata di aria calda nelle loro abitazioni. Per tutelarti dall’aria calda o dal condizionatore rumoroso del vicino che ti disturbano, meglio agire per gradi. In primo luogo, quindi, è sempre bene iniziare con un dialogo pacifico. -Se non ottieni alcun risultato parlando con il vicino in questione o con l’amministratore, puoi mandare una diffida per chiedere formalmente che finiscano le immissioni fastidiose. -Se anche questo tentativo viene ignorato, puoi far valere i tuoi diritti in sede civile: se rumore, aria calda o acqua di scolo generano un disturbo che supera la “normale tollerabilità”, puoi rivolgerti al giudice di pace per ottenerne la cessazione e un risarcimento. Sarà compito del giudice valutare qual è il limite di tollerabilità caso per caso. -Esiste poi la via amministrativa: la legge ha stabilito le soglie di rumore per tutelare i cittadini, i quali si possono rivolgere all’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) per chiederne la misurazione e verificare il superamento dei parametri. Accertata la violazione, il sindaco può emettere un’ordinanza per il rispetto delle soglie. -C’è anche la tutela penale: se il rumore è tale da infastidire, anche se potenzialmente, un numero un ampio numero indeterminato di persone, può scattare il reato di disturbo della quiete pubblica. Gli ultimi due rimedi non tutelano i singoli cittadini ma l’interesse pubblico: dunque, anche se i limiti di legge sono superati e il reato è accertato, per ottenere un risarcimento bisogna agire anche in sede civile e provare di avere subìto un danno.

a cura di Studio Rossi Amministrazioni – Via Bertola 59 – 10122- Torino-info@rossiamministrazioni.com

E non dimenticare di scaricare il modulo che ti serve! Compila il form per riceverlo gratuitamente, poi lasciaci una recensione!