
Come e dove va esposto il CIN (Codice Identificativo Nazionale) per gli affitti brevi e turistici
Negli ultimi anni, l’affitto di appartamenti e case per brevi periodi è diventato sempre più popolare, specialmente grazie a piattaforme online come Airbnb, Booking.com e simili. Queste modalità di affitto offrono una soluzione pratica sia per i proprietari di immobili che per i turisti, ma sono regolamentate da normative precise che garantiscono la trasparenza e la sicurezza delle transazioni. Una di queste normative riguarda l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN), che deve essere esposto in modo visibile nelle inserzioni di affitti brevi.
Cos’è il CIN (Codice Identificativo Nazionale)?
Il CIN è un codice univoco assegnato agli immobili destinati agli affitti brevi e turistici, introdotto dalla legge 431/1998 in Italia, con l’obiettivo di garantire il corretto svolgimento dell’attività di affitto turistico e la tracciabilità delle operazioni. Esso viene rilasciato dal comune in cui l’immobile è situato, a seguito della registrazione dell’attività di affitto breve da parte del proprietario. Il CIN deve essere obbligatoriamente inserito nelle piattaforme online e nelle inserzioni di affitti brevi.
Dove deve essere esposto il CIN?
La normativa prevede che il CIN debba essere visibilmente esposto in tutte le inserzioni pubbliche relative agli affitti brevi. Questo significa che ogni volta che un proprietario di un immobile decide di pubblicizzare il suo appartamento o la sua casa per brevi periodi (sia su piattaforme online che tramite canali tradizionali), deve includere il proprio codice CIN.
Esposizione su piattaforme online:
Per gli affitti brevi effettuati tramite piattaforme come Airbnb, Booking.com e simili, l’inserzione deve riportare chiaramente il CIN. Solitamente, queste piattaforme richiedono che il codice venga inserito direttamente nella fase di registrazione dell’immobile. Alcuni siti web potrebbero anche prevedere controlli per assicurarsi che l’immobile sia stato registrato con il CIN, al fine di garantire la conformità alle normative locali.
Esposizione in annunci fisici:
Nel caso in cui l’affitto breve venga pubblicizzato tramite altri canali, come volantini, manifesti, oppure presso l’immobile stesso, il CIN deve essere esposto in modo ben visibile, in un’area facilmente visibile dai potenziali clienti o affittuari. Questo vale anche per le agenzie immobiliari che gestiscono affitti turistici o brevi periodi.
Come esporre il CIN
Se per quanto riguarda le comunicazioni che riguardano gli affitti brevi e turistici basta indicare il CIN nel pacchetto di informazioni fornito ai potenziali clienti, per quanto riguarda l’esposizione nei luoghi fisici è necessario considerare le indicazioni fornite dalla norma.
Il Codice Identificativo deve essere esposto all’esterno dello stabile in cui è collocato l’appartamento o la struttura, “assicurando il rispetto di eventuali vincoli urbanistici e paesaggistici”.
“Considerati i limiti imposti da alcuni regolamenti condominiali in materia di affissioni, si ritiene possibile adempiere all’obbligo di esposizione anche mediante modalità alternative all’affissione di un cartello”, ha chiarito il Ministero del Turismo nelle apposite FAQ.
Potranno, quindi, essere seguite anche delle modalità alternative, a patto che sia assicurata una “idonea evidenza del CIN”.
La sanzione per la mancata esposizione del CIN
L’omessa esposizione del CIN o l’indicazione di un codice errato può comportare sanzioni per il proprietario dell’immobile. La legge prevede infatti che i proprietari che non rispettano l’obbligo di esporre il CIN siano soggetti a multe, che variano in base alle disposizioni regionali e comunali. In alcune regioni, le multe che va dai 500 a 5.000 euro, in base alla dimensione della struttura., con conseguente blocco dell’attività di affitto breve finché non venga regolarizzata la situazione. Allo stesso modo è proporzionale, ma più salata, anche la multa per chi non richiede la sequenza alfanumerica: si va dagli 800 a agli 8.000 euro.
- Come ottenere il CIN?
- Per ottenere il CIN, il proprietario dell’immobile deve registrare l’immobile presso il comune in cui è situato. Ogni comune ha procedure specifiche, ma generalmente è necessario presentare una richiesta che include i seguenti dati:
- La documentazione dell’immobile (ad esempio, visura catastale, planimetria);
- La dichiarazione di voler avviare un’attività di affitto turistico o breve;
- La conformità dell’immobile alle normative igienico-sanitarie e di sicurezza.
Una volta ottenuto il CIN, il proprietario può procedere con l’inserimento del codice nelle proprie inserzioni online e su altri canali pubblicitari.
In Conclusionel Codice Identificativo Nazionale è una componente fondamentale della regolamentazione degli affitti brevi e turistici in Italia. È un codice univoco che serve a garantire la trasparenza e la regolarità delle transazioni, ed è obbligatorio esporlo visibilmente in tutte le inserzioni riguardanti gli affitti turistici, siano esse online o fisiche. Non rispettare questo obbligo può comportare pesanti sanzioni. Per evitare problematiche legate alla non conformità, è essenziale che i proprietari di immobili registrino correttamente la loro attività e inseriscano sempre il CIN nelle proprie inserzioni.
a cura di Studio Rossi Amministrazioni – Via Bertola 59 – 10122- Torino-info@rossiamministrazioni.com
