Condominio, arriva la riforma bis: amministratori laureati e per i morosi pagano tutti. Le nuove regole e il testo in discussione.

Il Disegno di Legge AC 2692, promosso con forza da Fratelli d’Italia e presentato ufficialmente il 17 dicembre a Roma, mira a riscrivere le regole della vita condominiale, introducendo una “riforma bis” a 13 anni di distanza dal primo intervento legislativo. Il testo, definito “aperto” in vista della creazione di tavoli tecnici con professioni e associazioni, introduce diverse novità che promettono di rafforzare la regolarità contabile e la professionalità degli amministratori, ma che comporteranno anche un impatto per i condòmini, soprattutto in caso di morosità.

Ecco i contenuti più rilevanti del Ddl. Amministratori: Obbligo di Laurea ed Elenco Ufficiale

Una delle norme più discusse riguarda i requisiti per l’esercizio della professione di amministratore.

Il Ddl prevede l’obbligo di possedere una laurea, anche triennale, in materie economiche, giuridiche, scientifiche o tecnologiche.

Tuttavia, è prevista un’importante eccezione: l’obbligo non scatterà per gli amministratori che, alla data di entrata in vigore della norma, risultino già iscritti a ordini, albi o collegi dell’area economica, giuridica o tecnica (come periti, geometri o ragionieri). La norma punta a escludere dall’attività chi possiede solo un diploma non specialistico.

Verrà inoltre istituito un elenco ufficiale presso il Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) per tutti coloro che intendono esercitare la professione, previa dimostrazione dei relativi requisiti. La non iscrizione comporterà sanzioni pecuniarie. Resta inoltre obbligatoria, per tutti, la formazione specifica e l’aggiornamento annuale (75 ore iniziali più 15 annuali).

Un aspetto positivo per la categoria è il rinnovo automatico della nomina annuale, superando così il problema delle assemblee senza quorum che lasciavano l’amministratore in carica con poteri limitati. L’assemblea manterrà comunque la facoltà di stabilire diversamente.Stretta Contabile: Addio al Contante e Morosi “Condivisi”

Il disegno di legge rafforza notevolmente gli adempimenti contabili annuali. La novità più significativa è la scomparsa dei pagamenti in contanti: tutte le transazioni dovranno obbligatoriamente avvenire tramite conto corrente condominiale (bancario o postale).

Sul fronte della morosità, i fornitori vengono tutelati maggiormente. Oggi, in caso di mancato pagamento da parte del condominio, possono rivolgersi solo ai condòmini morosi. Con la nuova riforma, invece, i fornitori potranno attingere direttamente al conto corrente condominiale e, in caso di incapienza, potranno rivolgersi ai proprietari in regola con i pagamenti.

Ciò significa che il peso economico della morosità verrebbe, almeno inizialmente, ripartito sull’intera compagine condominiale.

Per l’amministratore, l’obbligo di procedere con i decreti ingiuntivi scatterà solo dopo l’approvazione del rendiconto (e non più entro sei mesi dalla chiusura dell’esercizio).

Revisore Contabile Obbligatorio e Criteri Più Rigidi

Per i condomìni con più di venti condòmini, l’amministratore sarà obbligato a nominare un revisore contabile condominiale, in carica per due anni non rinnovabili, che avrà il compito di verificare e certificare la correttezza del rendiconto. Anche questa figura dovrà iscriversi all’elenco presso il Mimit.

I criteri per la redazione del rendiconto diventano più stringenti: sarà obbligatoria l’applicazione del criterio di cassa, la redazione di una situazione patrimoniale e la verifica dello stato di ripartizione dei costi con evidenza dei conguagli.

Viene inoltre istituzionalizzata, con nomina da parte dell’assemblea, la figura del responsabile dei dati personali.

Lavori Straordinari e Fondo Spese

In materia di lavori, il Ddl impone l’obbligo di costituire immediatamente il fondo spese per la manutenzione straordinaria, eliminando la prassi di richiamare i soldi ai condòmini seguendo l’andamento dei lavori.

Viene inoltre stabilito che la sicurezza delle parti comuni dovrà essere attestata da una società specializzata.

All’amministratore viene riconosciuto il potere di ordinare direttamente i lavori di messa a norma, qualora l’assemblea dovesse rimanere inerte.

a cura di Studio Rossi Amministrazioni – Via Bertola 59 – 10122- Torino-info@rossiamministrazioni.com

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