
Nel dibattito attorno alla Manovra di bilancio emergono nuovi scenari sul fronte dell’edilizia, con proposte di emendamenti che riaccendono il tema dei condoni edilizi. Alcune modifiche, tra cui una firmata dal senatore Matteo Gelmetti, prevedono la riapertura dei termini per le pratiche di condono edilizio presentate negli anni 1985, 1994 e 2003, con una scadenza fissata al 31 marzo 2026 per consentire ai Comuni di completare l’esame delle domande ancora in sospeso.
Le ipotesi di condono
Tra le ipotesi più discusse figura la possibile riapertura del condono del 2003. Questa proposta permetterebbe la regolarizzazione di abusi edilizi relativi ad ampliamenti o nuove costruzioni ultimate entro il 31 marzo 2003, con limiti volumetrici già noti: incremento massimo del 30% del volume preesistente e comunque non superiore a 750 metri cubi per singola unità (fino a 3.000 mc complessivi).
L’applicazione del condono sarebbe però subordinata all’approvazione di norme regionali attuative, che dovranno stabilire modalità e condizioni per la regolarizzazione.
Restano escluse:
- le opere su aree sottoposte a vincolo paesaggistico o ambientale,
- gli immobili con valore culturale o storico,
- le aree boschive percorse dal fuoco,
- gli edifici che non possono essere adeguati dal punto di vista sismico.
Una nuova sanatoria edilizia?
Un altro emendamento propone l’introduzione di un nuovo condono per il 2026, più esteso e meno definito nei contorni, che consentirebbe la sanatoria di opere abusive ultimate entro il 30 settembre 2025. In questo caso, si allargherebbe il perimetro alle seguenti casistiche:
- Opere pertinenziali, come tettoie, portici e balconi;
- Opere accessorie e interventi di ristrutturazione privi di titolo edilizio, purché senza aumento di volume, ad eccezione della superficie utile lorda;
- Interventi di restauro, risanamento conservativo e manutenzione straordinaria, persino se realizzati in zona A, ossia nei centri storici.
Conclusioni
Se approvati, questi emendamenti potrebbero aprire un nuovo capitolo nella gestione dell’abusivismo edilizio in Italia. La riapertura del condono del 2003 e la proposta di una sanatoria 2026 pongono interrogativi su equità, legalità e gestione del territorio. Molto dipenderà dalla volontà politica e dalle scelte delle Regioni, chiamate ad attuare eventuali disposizioni con leggi specifiche.
a cura di Studio Rossi Amministrazioni – Via Bertola 59 – 10122- Torino-info@rossiamministrazioni.com



